illustrazione di Andrea Serio

– COMING SOON –

LA GEOGRAFIA È DESTINO

 

Un doppio binario: quello della geografia e quello del destino. Due concetti apparentemente antitetici, invitati a dialogare per abbracciare la complessità dell’esistenza. Protagonista, il mare: una realtà geografica, fisica, chimica, biologica, ma anche intrisa di mistero, imprevedibilità e destino. Al centro il tema del viaggio, sia fisico che interiore. È questo il cuore di “La geografia è destino”, mostra personale di Daniela d’Arielli.

 

La mostra si articola attorno a una selezione di opere, tra cui spicca una serie di 156 acquerelli eseguiti su buste da lettera trattate con acqua di mare, omaggio poetico ai porti d’Italia. Alcune buste, dedicate ai quattro porti abruzzesi e a Lampedusa, sono impreziosite da una piccola stella dorata in oro 24 carati, simbolo di geografia e destino.

 

Il titolo della mostra è tratto da una citazione di Mohsin Hamid nel romanzo Exit West, mediata dalla lettura di Scellerate di Antonella Finucci. Un secondo testo, poi, introduce l’elemento dell’acqua come filo conduttore: “L’Antropologia dell’acqua. Riflessioni sulla natura liquida del linguaggio” di Anne Carson, che esplora alcune tematiche care all’artista. Il testo critico è di Giulia Palladini.

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LA GEOGRAFIA È DESTINO

 

Un doppio binario: quello della geografia e quello del destino. Due concetti apparentemente antitetici, invitati a dialogare per abbracciare la complessità dell’esistenza. Protagonista, il mare: una realtà geografica, fisica, chimica, biologica, ma anche intrisa di mistero, imprevedibilità e destino. Al centro il tema del viaggio, sia fisico che interiore. È questo il cuore di “La geografia è destino”, mostra personale di Daniela d’Arielli.

 

La mostra si articola attorno a una selezione di opere, tra cui spicca una serie di 156 acquerelli eseguiti su buste da lettera trattate con acqua di mare, omaggio poetico ai porti d’Italia. Alcune buste, dedicate ai quattro porti abruzzesi e a Lampedusa, sono impreziosite da una piccola stella dorata in oro 24 carati, simbolo di geografia e destino.

 

Il titolo della mostra è tratto da una citazione di Mohsin Hamid nel romanzo Exit West, mediata dalla lettura di Scellerate di Antonella Finucci. Un secondo testo, poi, introduce l’elemento dell’acqua come filo conduttore: “L’Antropologia dell’acqua. Riflessioni sulla natura liquida del linguaggio” di Anne Carson, che esplora alcune tematiche care all’artista. Il testo critico è di Giulia Palladini.